Storia della ferrovia Sicignano-Lagonegro


A partire dalla seconda metà del 1800 nasce la necessità di una linea ferroviaria, nel profondo Sud, di collegamento tra Campania e Basilicata/Calabria. Prima di arrivare al progetto di una tratta nel Vallo di Diano fu realizzata, per diatribe politico-economiche, la Battipaglia-Potenza. Soltanto successivamente venne deliberato il progetto per portare il treno nelle località interne e meridionali della provincia salernitana, con l’intento di passare per Lagonegro e ricongiungere a Castrocucco tale ferrovia con la Tirrenica. E’ così che ha inizio la storia della Sicignano-Lagonegro, così denominata perché si diparte dal bivio Zuppino poco oltre la stazione di Sicignano e termina in Basilicata. I lavori furono divisi in tre tronconi: a fine dicembre 1886 arriva l’apertura del tratto Sicignano-Sala Consilina, nel novembre 1888 è la volta della frazione Sala Consilina-Casalbuono, mentre nel 1892 in data 16 maggio si attiva la parte terminale sino a Lagonegro. La natura franosa dei territori rese più difficili i progetti intenzionali e così la linea restò tronca nonostante poco oltre lo scalo di Lagonegro i tre binari si ricongiungano per entrare in una galleria mai costruita. Del 1936 e del 1939 sono le ultime due stazioni in ordine di tempo, rispetto a quelle ‘storiche’: Pertosa, in un casello sperduto tra i boschi, e Castelluccio Cosentino, ai piedi dell’omonima località montana. E’ del 1963 un’interruzione nel tratto finale verso Lagonegro per frane. Tale tratto rimarrà sempre un punto debole della linea, con altri stop anche negli anni ’70, visto che la natura del terreno è assai precaria. Il resto è storia nota: nonostante un buon flusso di viaggiatori con convogli addirittura di quattro Aln 668, il 1 aprile 1987 il servizio viene sospeso per consentire l’elettrificazione della Battipaglia-Potenza. Quest’ultima nel 1993 riapre all’esercizio, mentre ad oggi sulla Sicignano-Lagonegro circolano solo rovi ed erbacce, e resta il servizio di autobus sostitutivi.